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Il penalista, la PEC, il PST e Quintiliano

Il penalista, la PEC, il PST e Quintiliano

Il penalista, la PEC, il PST e Quintiliano.  

La rubrica "L’ordine del discorso” di questo sito venne creata per consentire al "penalista militante” di fare, di volta in volta il punto della situazione circa il suo "stato”.
Il penalista vero sa che deve sconfiggere, in ogni frangente delle sue attività, nell’ordine burocrazia inutile, avversità, luoghi comuni, diffidenze nonché vere e proprie aperte o recondite ”ostilità”.
E veniamo all’oggi.
Per anni il penalista aveva chiesto di evitare di accedere agli uffici dei Tribunali, delle Corti e delle Procure e quindi di inviare le "istanze” le "liste testi” le "memorie” a mezzo dei mezzi telematici già da tempo a disposizione (posta ordinaria, ossia mail, posta certificata, ossia pec) ma si vedeva rispondere che quell'invio non aveva "valore legale” e quindi bisognava andare in cancelleria, spostarsi dallo studio agli uffici, fare la fila e depositare quanto dovuto e poi chiedere il timbro del "depositato” per evitare che l’atto, magari successivamente smarrito tra tanti altri atti cartacei, perdesse quel valore, necessario e indispensabile, per il difensore nel successivo giudizio davanti al Giudice titolare del fascicolo.
Ora , invece, al tempo della pandemia da Covid-19, al tempo dei contagi continui e dei vaccini lenti ad arrivare la situazione magicamente si ribalta: è tutto un correre all’invio telematico pur di evitare al penalista di entrare nei palazzi della giustizia.
Come cambiano le cose!
Ora, un vorticoso giro di indirizzi di posta certificata scuote i penalisti della penisola: il "depositoattipenali” è la chiave magica che apre tutte le porte purchè sia associata all’ufficio giusto (Cassazione, Corte di Appello, Tribunale; Procura della Repubblica,  Tribunale di Sorveglianza, Ufficio di Sorveglianza e via discorrendo) e soprattutto che sia ancorata al numero giusto! E si il numero! Sarà deposito atti penali 1?o 2? o 3? Ed allora vai, di corsa, i penalisti impegnati  a spulciare i "siti” dei tribunali o delle procure per trovare il numero esatto cui indirizzare correttamente l’atto prodotto!
Ed alla fine ecco finalmente tutto è completo è l’atto va.
E poi c’è il portale il mitico PST ! il portale degli atti giudiziari! figura per l’appunto mitologica, creata per consentire al difensore di entrare "nel fascicolo” e di effettuare tutte le letture consentite, le verifiche necessarie, gli invii di nomine atti e memorie per svolgere in maniera moderna, celere e dinamica  il suo ruolo di paladino dei diritti della persona!
Si è vero spesso non funziona, ma per diamine! è una macchina assemblata in fretta e furia per funzionare in un tempo di guerra al virus (ci voleva il Covid per far capire al pianeta Giustizia penale che la telematica può accorciare i tempi dei procedimenti e le fila in cancelleria!), quindi un pò di pazienza e poi funzionerà a dovere! (i penalisti e lo augurano), a patto che non si pregiudichino i diritti dei nostri assistiti!

I penalisti attenti a tutti questi cambiamenti si stanno impegnando spasmodicamente per trovare la pec giusta, per seguire la strada telematica esatta per far arrivare il "proprio pensiero” tradotto in un atto giudiziario nelle sedi opportune e fare in modo che esso sia celermente e, possibilmente,  "attentamente” valutato!

Ed ecco allora si susseguono i "tutorial” per spiegare a tutti i colleghi come fare, si avvicendano le "dirette” per condividere le esperienze e soprattutto i "problemi” connessi all’uso del Portale o all’invio telematico degli atti, si organizzano perfino corsi di diritto penale telematico, presi come siamo dall’affanno di "trasmettere correttamente e  telematicamente" il "nostro pensiero giuridico”!

Eh si! Il nostro pensiero giuridico!

E’ quello, e sempre quello!, che viaggia e deve viaggiare, con metodologie all’avanguardia e adeguate ai tempi, ma è sempre quello che noi apportiamo alla Giustizia ed al processo, ossia il prodotto delle nostre  argomentazioni a favore della persona che assistiamo!

Ed allora ricordiamoci che la peo, la pec o il portale non sono "il fine", ma sono il "mezzo”, con il quale portiamo all’attenzione dei Giudici e dei Pubblici Ministeri il bagaglio del nostro sapere giuridico, e della nostra retorica argomentativa come facciamo da secoli!

E la trasmissione del pensiero che cambia, non la sostanza del pensiero! 
Sostanza sempre volta ad argomentare, a ben argomentare, a documentare, a confutare, ossia a difendere la persona nel senso più ampio del termine.
Ed allora la strada telematica giusta la si trova, questione di tempo ma non facciamone una meta ma uno strumento  e ricordiamoci, come sosteneva già  Quintiliano (nel I sec. D.C.) che ufficio proprio e specifico dell’oratore è quello di confermare le proprie argomentazioni e confutare quelle proposte dalla parte avversa, e che il fine dell’orazione non è quello di piacere all'uditorio ma di vincere la causa!

 Una pec o un portale possono farci lavorare meglio, ma l’obiettivo del penalista non cambia. Mai.


              Avv. Filippo Castellaneta 5 aprile 2021 







Articolo scritto da: avv. Filippo Castellaneta il 05/04/2021
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